Aspettando il sole: Max Petrone
Quante storie possono nascere da una macchia di caffè?
Una è sicuramente quella di Max, che nel 2015, mentre produceva un beat nella sua cameretta esperimentava con delle macchie di caffè, si filma, edita il video e la sera stessa lo carica sulla sua pagina Facebook.
Di lì a poco il video diventa virale e la sua pagina impenna, raggiungendo l’attenzione di ‘Illy’, azienda italiana produttrice di caffè, specializzata in espresso, che da sempre collabora con gli artisti più noti per la realizzazione delle sue collections di tazzine da caffè.
La collection firmata Max Petrone venne inoltre presentata alla Triennale di Milano, ospitata all'interno del Palazzo dell’Arte. La Triennale è un'istituzione culturale internazionale che produce mostre, convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società.
Organizza mostre di grande visibilità e attenzione come quelle dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer di fama nazionale e internazionale, ai grandi stilisti che hanno cambiato il gusto e il costume, ai temi sociali.
Max ha sempre e solo fatto e aspirato a questo nella sua vita, la sua, è la classica storia del ragazzino particolarmente talentuoso a disegnare: frequenterà il liceo artistico ‘Cottini' di Torino e successivamente l’‘Accademia Albertina di Belle Arti’ con indirizzo pittura, nella medesima città.
Max, però, non porterà a termine il percorso all’Accademia e al contrario di ciò che si potrebbe pensare, per lui non fu una scelta sofferta.
Viveva con la ‘scimmia del fare’ ovvero quella voglia incontenibile di buttarsi il prima possibile nel campo lavorativo, appoggiata da suo papà, il quale voleva effettivamente constatare se suo figlio potesse vivere con quello in cui stava investendo tutto.
Nasce come pittore da cavalletto e nel 2008 inizia a dipingere nella vetrina dello studio di suo papà, dopo una sola settimana, iniziarono ad entrare i primi clienti.
Sono due i mondi che gli appartengono: il disegno, più viscerale, con biro su carta e quindi in bianco e nero. Disegno che può essere fine a se stesso, oppure sketch di quello che vorrebbe realizzare.
E la pittura, più studiata, ma che mantiene quell’istintività propria di Max. A colori, che non necessariamente riflettono la realtà. Due mondi, che convergono in Max, accomunati da una buona dose di surrealismo.
Un metallaro che ascolta rap, influenzato dalla cultura pittorica americana, che frequenta l’ambiente street e per il quale l’Accademia è stata indispensabile per le sue compagnie e per il suo ambiente.
Tra gli amici di Max vi sono producers, rappers, writers, street dancers, fotografi, indispensabili per l’ispirazione delle sue opere.
Non vi è un processo creativo ben preciso, si lascia ispirare da ciò che lo circonda, ne è dimostrazione la sua ultima opera: ‘Guernica3000’.
Mantenendo l’impostazione originale dell’opera di Picasso, Max la rende sua, seguendo l’insegnamento dell’artista stesso: ‘Un bravo artista copia, un grande artista ruba’.
Picasso realizza il Guernica in maniera improvvisa ed istintiva, a seguito del bombardamento di Guernica nel 1937 mentre lui si trovava a Parigi.
Max realizza questa reinterpretazione personale in un momento storico di isolamento, nel marzo del 2020, in pieno lockdown causato dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Il sogno è quello di farle fare lo stesso giro dell’opera originale, concludendo con l’esposizione al Museo Reina Sofia di Madrid.
Tra non molto tempo, uscirà un docufilm su ‘Guernica3000’.
E’ un’artista che ama vivere la giornata, che continua a lavorare alle sue numerose tele e che, come tutti d’altronde, non è sicuro su cosa accadrà, ma accoglie tutto ciò che arriva, come la sua seconda bimba con la sua attuale compagna di vita e la realizzazione di una linea di sneakers insieme all’ex cestista italiano Riccardo Morandotti.
Tiene inoltre a precisare che la vita dell’artista, soprattutto in Italia, può essere difficile, tanti dei suoi lavori e collaborazioni hanno fatto più rumore all’estero e, per essere effettivamente un’artista, bisogna volerlo davvero, bisogna impegnarsi, essere anche pronti a rimanere senza soldi, a perseverare, a studiare, a sapere come esporre il proprio lavoro in modo appetibile, secondo lui, sui social per esempio, bisogna fare in modo che la propria immagine sia il più possibile vicina a ciò che si è nella realtà.
Max non è un’artista ‘pettinato’, è spontaneo, simpatico, talvolta grottesco ed è arrivato all’essere il Max Petrone di Illy, di Maserati, di Redbull e uno dei personaggi di punta della nuova innovativa scena pittorica italiana perché ha saputo sfruttare al meglio il suo talento combinandolo con la sua personalità, fresca come le sue opere
Ascolta il podcast
Una è sicuramente quella di Max, che nel 2015, mentre produceva un beat nella sua cameretta esperimentava con delle macchie di caffè, si filma, edita il video e la sera stessa lo carica sulla sua pagina Facebook.
Di lì a poco il video diventa virale e la sua pagina impenna, raggiungendo l’attenzione di ‘Illy’, azienda italiana produttrice di caffè, specializzata in espresso, che da sempre collabora con gli artisti più noti per la realizzazione delle sue collections di tazzine da caffè.
La collection firmata Max Petrone venne inoltre presentata alla Triennale di Milano, ospitata all'interno del Palazzo dell’Arte. La Triennale è un'istituzione culturale internazionale che produce mostre, convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società.
Organizza mostre di grande visibilità e attenzione come quelle dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer di fama nazionale e internazionale, ai grandi stilisti che hanno cambiato il gusto e il costume, ai temi sociali.
Max ha sempre e solo fatto e aspirato a questo nella sua vita, la sua, è la classica storia del ragazzino particolarmente talentuoso a disegnare: frequenterà il liceo artistico ‘Cottini' di Torino e successivamente l’‘Accademia Albertina di Belle Arti’ con indirizzo pittura, nella medesima città.
Max, però, non porterà a termine il percorso all’Accademia e al contrario di ciò che si potrebbe pensare, per lui non fu una scelta sofferta.
Viveva con la ‘scimmia del fare’ ovvero quella voglia incontenibile di buttarsi il prima possibile nel campo lavorativo, appoggiata da suo papà, il quale voleva effettivamente constatare se suo figlio potesse vivere con quello in cui stava investendo tutto.
Nasce come pittore da cavalletto e nel 2008 inizia a dipingere nella vetrina dello studio di suo papà, dopo una sola settimana, iniziarono ad entrare i primi clienti.
Sono due i mondi che gli appartengono: il disegno, più viscerale, con biro su carta e quindi in bianco e nero. Disegno che può essere fine a se stesso, oppure sketch di quello che vorrebbe realizzare.
E la pittura, più studiata, ma che mantiene quell’istintività propria di Max. A colori, che non necessariamente riflettono la realtà. Due mondi, che convergono in Max, accomunati da una buona dose di surrealismo.
Un metallaro che ascolta rap, influenzato dalla cultura pittorica americana, che frequenta l’ambiente street e per il quale l’Accademia è stata indispensabile per le sue compagnie e per il suo ambiente.
Tra gli amici di Max vi sono producers, rappers, writers, street dancers, fotografi, indispensabili per l’ispirazione delle sue opere.
Non vi è un processo creativo ben preciso, si lascia ispirare da ciò che lo circonda, ne è dimostrazione la sua ultima opera: ‘Guernica3000’.
Mantenendo l’impostazione originale dell’opera di Picasso, Max la rende sua, seguendo l’insegnamento dell’artista stesso: ‘Un bravo artista copia, un grande artista ruba’.
Picasso realizza il Guernica in maniera improvvisa ed istintiva, a seguito del bombardamento di Guernica nel 1937 mentre lui si trovava a Parigi.
Max realizza questa reinterpretazione personale in un momento storico di isolamento, nel marzo del 2020, in pieno lockdown causato dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Il sogno è quello di farle fare lo stesso giro dell’opera originale, concludendo con l’esposizione al Museo Reina Sofia di Madrid.
Tra non molto tempo, uscirà un docufilm su ‘Guernica3000’.
E’ un’artista che ama vivere la giornata, che continua a lavorare alle sue numerose tele e che, come tutti d’altronde, non è sicuro su cosa accadrà, ma accoglie tutto ciò che arriva, come la sua seconda bimba con la sua attuale compagna di vita e la realizzazione di una linea di sneakers insieme all’ex cestista italiano Riccardo Morandotti.
Tiene inoltre a precisare che la vita dell’artista, soprattutto in Italia, può essere difficile, tanti dei suoi lavori e collaborazioni hanno fatto più rumore all’estero e, per essere effettivamente un’artista, bisogna volerlo davvero, bisogna impegnarsi, essere anche pronti a rimanere senza soldi, a perseverare, a studiare, a sapere come esporre il proprio lavoro in modo appetibile, secondo lui, sui social per esempio, bisogna fare in modo che la propria immagine sia il più possibile vicina a ciò che si è nella realtà.
Max non è un’artista ‘pettinato’, è spontaneo, simpatico, talvolta grottesco ed è arrivato all’essere il Max Petrone di Illy, di Maserati, di Redbull e uno dei personaggi di punta della nuova innovativa scena pittorica italiana perché ha saputo sfruttare al meglio il suo talento combinandolo con la sua personalità, fresca come le sue opere
Ascolta il podcast
Autore
Futura Zungri
IG: @futur.ae
Lascia un commento