Copertine&Sofà A Musical trip through the Sunset Boulevard

Bentornati al consueto appuntamento alla scoperta delle storie che si celano dietro le copertine dei nostri vinili. Quest’oggi mi piacerebbe parlarvi di un album recente, pubblicato come omaggio al grande J Dilla. Si tratta di Sunset Boulevard degli Yancey Boys, uscito per l’etichetta Delicious Vinyl nel 2012, 6 anni dopo la scomparsa di Dilla.



Durante un ascolto causale, ho subito notato i colori della copertina del disco, nella quale troviamo la versione disegnata della Sunset Boulevard, una delle strade più importanti di Los Angeles. Si tratta di un’arteria di 22 miglia, famosa per molti dei locali che hanno fatto la storia della musica e per il pulsare della vita mondana e dello show business. Il disegno la rappresenta con i colori del tardo tramonto a simboleggiare la fine di un altro giorno e l’inizio degli spettacoli della notte. Sui cartelloni pubblicitari troviamo le scritte che presentano gli Yancey Boys, i beats di Dilla e l’etichetta discografica. Se si fa attenzione si riesce anche a scovare un piccolo Dilla seduto sulla luna con un vinile ed un MPC in mano pronto a sorvegliare l’uscita del disco.

Il gruppo degli Yancey Boys è formato da Illa J e da Frank Nitt, un amico d’infanzia di Dilla con cui spesso collaborava. Nitt si ricorda dei tempi in cui J Dee non produceva ancora ed entrambi erano Breakers, come del resto molti a quel tempo. Egli ricorda anche l’attitudine di Dilla nell’uso delle pause tapes, ovvero un metodo impreciso di messa in loop e registrazione dei samples realizzato tramite l’uso di cassette inserite nelle radio. Il nome del gruppo però, nato proprio con la produzione, è stato preso dal titolo di un album pubblicato nel 2008, in cui Illa J rappava sui beat del fratello. Illa e Dilla sono figli, insieme ad un altro fratello ed una sorella, di due artisti: La madre cantante d’opera e amante di musica classica, il padre bassista jazz e vocalist di talento. Entrambi sono quindi cresciuti in un ambiente impregnato di bella musica, ma mentre Dilla sin da piccolo ha partecipato ad attività corali e corsi di musica, Illa si è dedicato di più al basket, tuttavia dopo la morte del fratello ha deciso di lasciare la Central Michigan University per continuare il business musicale di famiglia. In un’intervista Illa J ha anche dichiarato: "Ho sempre prodotto. Ma proprio perché mi sarei dovuto confrontare con questa enorme ombra ho tenuto le mie produzioni per me affidandomi a collaboratori di fiducia. Ho tantissima musica sul mio hard-drive; ora sono arrivato al punto in cui ho accettato che le persone faranno paragoni. In ogni caso questo è quello che faccio, non a causa di mio fratello ma perché sono io a volerlo fare". Ho avuto il piacere di sentire Illa J in concerto qualche anno fa a Milano ed oltre a poter confermare il suo innegabile talento come artista posso anche dire, grazie ad un momento di condivisione durante il dj set post concerto, che si muove anche molto bene.



Frank e Illa decidono dunque di formare questo gruppo e lavorare su dei beats unreleased di Dilla, per cercare di portare avanti il suo lavoro, pensando a come avrebbe fatto lui, a come avrebbe condito quelle tracce pur rispettandole. L’album funziona soprattutto per l’eterogeneità di suoni e ritmi, ma non solo. Cantare Dilla risulta molto complesso proprio per la bellezza e purezza di quelle composizioni che spesso sembrano addirittura disturbate dalle rime. Il successo degli Slum Village e di questo album deriva dunque proprio dalla bravura, in questo caso di Illa J, nel lasciare il peso sulle spalle degli stessi beats mantenendo un’attitudine leggera e fluffy.

Lo stile di Dilla è quello dell’album Fantastic, ovvero inizio della rottura con il classico suono Boom-Bap nella sua unica maniera di mantenere il controllo nella gestione di moltissimi suoni dinamici. Inoltre, all’interno dell’album troviamo collaborazioni con artisti del calibro di Common e Talib Qweli.

Spesso rischiamo di diventare assuefatti al Dilla-sound, tanto da dimenticarci il peso del suo immenso talento. Quest’album contribuisce a rimarcare la malleabilità e poliedricità dei lavori del produttore scomparso, non abbandonandosi però alla nostalgica contemplazione del passato né alla contrapposizione con il rap odierno. Bensì trasmettendo gioia e colore. Consiglio vivamente l’ascolto di questo album, possibilmente in un giorno caldo e soleggiato!

Alla prossima storia!
Federica Albo aka Umana from Deeple






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